di Marco Spinelli
fonte fcinternews.it
Continua il mal d’Europa dell’Inter, che colleziona la sua ottava partita consecutiva senza vittorie in Champions League. Mourinho alla vigilia ha detto che anche in caso di mancato successo contro la Dinamo Kiev la qualificazione non sarebbe stata compromessa, ma la sensazione è che questo pareggio interno complichi non poco il prosieguo del girone nerazzurro, soprattutto perché gli ucraini mantengono il prezioso punticino di vantaggio in classifica (alla pari di Barcellona e Rubin). Ne viene fuori un 2-2 che sarebbe anche divertente se non fosse un risultato negativo per l’Inter, colpevole di aver giocato priva di concentrazione buona parte del primo tempo e di essersi anche fatta male da sola. Nessuna sorpresa particolare nell’undici titolare nerazzurro, con la conferma di dieci dei reduci dal trionfo di Genova e l’inserimento del rientrante Samuel Eto’o in attacco al posto dello squalificato Balotelli. Cambiasso ce la fa e prende il suo posto come d’abitudine davanti alla retroguardia. Tre novità invece nella formazione titolare di Gazzaev rispetto a quella sconfitta a Barcellona nel turno precedente. In attacco, per gli ucraini, Milevsky, sostenuto da tre mezze punte tra cui Shevchenko, alla ricerca del 15esimo gol contro i nerazzurri. Fischia l’arbitro Atkinson, inglese.
Se a Genova l’inizio del match è stato da sogno per l’Inter, contro la Dinamo invece assume i contorni di un incubo. Dopo neanche 3 minuti Iarmolenko ben appostato sul secondo palo non trova la porta su azione d’angolo. Due minuti dopo però gli ospiti vanno in vantaggio: punizione dalle retrovie, Zanetti e Stankovic bucano il pallone e Mikhalik si gira bene battendo sul primo palo Julio Cesar. Uno choc che l’Inter fatica a metabolizzare, complice un modulo che, sotto di un gol, non semplifica di certo le manovre offensive e anche a causa di un manto erboso che comincia a scricchiolare al cospetto dei freddi autunnali. Dopo circa un quarto d’ora di nulla, Stankovic cerca la porta dalla distanza, senza però inquadrare la porta. Decisamente più pericolosa la squadra di Gazzaev al 25’: cross di Eremenko e colpo di testa di Shevchenko che sfiora di un millimetro il palo alla destra di Julio Cesar. Scampato l’enorme rischio, l’Inter reagisce punta nell’orgoglio e aumenta i giri del motore. Ancora una volta è Stankovic a cercare la porta sugli sviluppi di un corner, ma Bogusch è ben piazzato e respinge con i pugni.
La Dinamo gioca bene con rapidi palleggi e cambi di fronte, l’Inter invece si affida alle percussioni centrali, non trovando spazio sulle fasce. Paradossalmente il pareggio nerazzurro arriva in contropiede, su azione d’angolo degli ucraini: Sneijder mette in moto Lucio, verticalizzazione per Stankovic che da fuori area punisce l’uscita affrettata del portiere avversario con un tocco preciso. La rete del serbo, l’unico marcatore interista in Europa, sottolinea impietosamente l’inesperienza della difesa di Gazzaev, che invece dal centrocampo in su si esprime ad alti livelli. Il gol dell’1-1 sembra poter restituire entusiasmo nell’undici di casa, ma al 40’ arriva il manifesto dell’autolesionismo: calcio d’angolo da sinistra e colpo di testa di Lucio che centra la sua porta restituendo il vantaggio agli ospiti e confermando per l’allergia europea dell’Inter. Dopo 3 minuti di recupero il signor Atkinson (che ha ignorato più di un fallo in favore dei padroni di casa) fischia la fine di un primo tempo a dir poco surreale.
Il secondo tempo vede tra i protagonisti anche David Suazo, inserito da Mourinho al posto di Muntari per dare man forte in attacco a Eto’o. Il portoghese decide che è arrivato il momento di abbattere l’albero di Natale e tornare al classico 4-3-1-2, pescando l’unica alternativa che la panchina offre per il reparto offensivo. Non è dato sapere se l’inserimento dell’honduregno abbia davvero fatto bene alla squadra, ma ciò che conta è che al 47’ Samuel sfrutti alla grande il primo corner interista (battuto da Sneijder) e incroci benissimo di testa spedendo il pallone sotto la traversa. Gran gol dell’argentino ed equilibrio ristabilito. Grande occasione per l’Inter al 63’: cross di Chivu dalla sinistra, Eto’o batte al volo dal secondo palo e Bogusch respinge bene d’istinto. Peccato, poteva essere il primo gol del camerunense in Champions con la maglia nerazzurra. Dall’altra parte brivido per i padroni di casa, con Nikolic che si presenta a tu per tu con Julio Cesar ma, disturbato da Lucio, si fa chiudere lo specchio dal portiere brasiliano. I ritmi in campo sono molto alti e gli schemi sembrano più un lusso che una necessità. Merito anche della mentalità offensiva della Dinamo Kiev, che di chiudersi in difesa non ci pensa in alcun modo nonostante il risultato sia positivo. Clamoroso il buco di Lucio al 72’, che libera Shevchenko solo verso la porta: per fortuna dell’Inter però l’attaccante tira fuori da una posizione che imponeva ben altra conclusione.
L’ex milanista prova a riscattarsi pochi minuti dopo su punizione, ma trova la respinta di Julio Cesar. L’Inter è stanca, la Dinamo Kiev invece ha ancora energie e si vede,però è Eto’o a cercare la via del gol all’80’, m la sua conclusione è strozzata e viene bloccata a terra dal portiere. Il 3-2 sembra cosa fatta all’85’, dopo una grande azione di Zanetti sulla destra, con palla in mezzo per Suazo che tira incredibilmente fuori quando San Siro era già pronta a esultare. Errore imperdonabile per l’honduregno. Mourinho tenta il tutto per tutto e inserisce Materazzi e Vieira per sfruttare le mischie dentro l’area. Siamo all’assalto all’arma bianca, anche se gli ospiti sono bravi a tenere lontano il pallone dalla propria area. L’ultima emozione è il gol giustamente annullato per fuorigioco a Suazo, prima del triplice fischio finale che sancisce l’ennesima delusione europea dell’Inter. Ora non resta che vincere sempre, magari anche a Barcellona. Il Rubin ci è riuscito, provarci sarà un dovere oltre che una necessità.