di Marco Spinelli
fonte:L'Arena
Sorride largo. E forte. Dice che non sono cose per lui, le storie dei cannonieri. Anche se ne ha fatti tre, uno in meno del suo capitano, nonché compagno di camera, Sergio Pellissier. “Alla mia età...”. Ripete. La canta Tiziano Ferro, potrebbe essere la sua colonna sonora. Alla sua età, se la sta passando alla grande. Gol, assist, corse a perdifiato, coraggio, personalità, passione. Sempre più dentro al Chievo, sempre più al centro di una storia che è sempre più sua. Al Chievo era arrivato per la Champions e s’è ritrovato in serie B. E’ risalito, ha ballato per un po’ sul filo, senza rete, poi ha risfiorato la ricaduta in B, è risalito sull’ottovolante, la vita è come un’altalena, se ti piacciono le cose scontate, non guardare la sua storia. Adesso è lì, a un tiro di schioppo dalle grandi, ma ha abbastanza anni percapire che il calcio è malandrino, si diverte a regalarti illusioni e lui ne ha già attraversate un bel po’. Se ne ha, se le tiene strette, perché il difficile comincia solo adesso. Il difficile, in fondo, non è a Cagliari. Il difficile è Bari. Un pezzo della sua vita, quando ancora non sapeva che cosa avrebbe fatto da grande. Poi venne Fascetti, l’allenatore che per primo gli ha detto “ragazzo, tu puoi fare starda”. “Si, è così. Se penso ad un allenatore che mi ha dato una spinta, che mi ha fatto crescere, maturare, in un momento particolare della mia vita. Venivo dalla C, è stato bravo a capirmi e ancora di più a gestirmi. Mi ha fatto crescere per gradi, quei 4 anni sono stati fondamentali”
Cagliari è la tua giornata più bella? “Mah, facciamo una delle più belle, questo è sicuro. Anche perché, oltre alla gioia personale, c’è stata quella di squadra. E poi, il gol da lontano che un po’ mi mancava, era dall’Inter che non lo facevo. Poi, la doppietta, sai, quando non ci sei abituato è ancora più bella… Però, se guardo indietro, ne vedo tante di belle. La salvezza dell’anno scorso, la promozione dell’anno prima, ho l’imbarazzo della scelta”
La classifica vi mette alle spalle della grandi… “E noi non dobbiamo pensarci, perché questo sarebbe un errore imperdonabile. Noi sappiamo che con questa mentalità, lo spirito del Chievo, il carattere che abbiamo, la forza del gruppo, siamo una squadra fastidiosa per tutti, da affrontare. Ma non dobbiamo fare altri discorsi. Basta niente, per ricominciare a soffrire e noi non vogliamo farlo”
Invecchiando si diventa più forti: è vero? “Se devo dir la verità, io mi sento bene, molto bene. Non sento il tempo che passa, non faccio fatica ad allenarmi, ho lo stesso entusiasmo di sempre. E voglio ripagare la Società, per la fiducia che ha dimostrato. Mi ha rinnovato il contratto per due anni, un segnale importante, no?”