di Orazio Resta
Fonte: tuttomercatoweb.com
Tra i friulani che hanno vestito la maglia della Nazionale e la maglia bianconera c'è anche Luigi De Agostini, terzino sinistro dell'Udinese anni 80. Il suo esordio in maglia azzurra avvenne quando giocava a Verona, ma solo per un caso incredibile che lui stesso racconta in esclusiva a Il Friuli/Udineseblog:
"La mia prima volta in Nazionale doveva essere nella squadra sperimentale allenata da Enzo Bearzot. C'era in programma a Genova una partita con l'Olanda di Gullit, in preparazione di Messico '86. Ero emozionatissimo. Ricordo i brividi mentre stavo per uscire dal tunnel. Brividi che si trasformarono in delusione quando trovai davanti a me il campo coperto di neve. La gara fu annullata, e il mio esordio in azzurro fu posticipato di qualche mese. Avvenne infatti quando vestivo da poco la maglia del Verona. C'è una cosa che devo dire: vestire la maglia azzurra è la cosa più bella che possa capitare ad un calciatore. Io ho avuto l'onore di indossarla in tre competizioni diverse: agli Europei, ai Mondiali e con la Nazionale Olimpica. Tutte esperienze che porterò sempre dentro di me!"
Ai tuoi tempi, un giocatore bianconero in azzurro era una rarità. Oggi sono in molti a vedere l'Udinese come quella società che può consentire l'accesso alla Nazionale. Cosa è cambiato?
"Penso che tutto comunque dipenda dal valore del giocatore, oltre che dal valore della società e dai risultati che ottiene. L'Udinese da un pò di tempo arriva nelle prime posizioni di classifica. Ai miei tempi c'era un blocco predefinito che di solito arrivava da Juve, Inter, Milan e poi c'era qualche inserimento di giocatori provenienti dalle cosiddette "provinciali". Era più una idea ancora di squadra di club che di Nazionale. Si cercava di creare un gruppo e di non cambiarlo spesso. Questo, tra l'altro, ha dato i suoi risultati con la Nazionale di Bearzot nel 1978 e nel 1982. Ora si valuta più a largo raggio. Prima il cerchio degli "osservati era chiuso a 20/25 giocatori. Adessolo stesso Lippi ne prova molti. Ma alla base di tutto credo ci sia il rendimento del giocatore".
Di Natale, Pepe e D'Agostino: Lippi ha fiducia in loro. Li porterà in Sud Africa?
"Penso proprio di sì. Questa squadra ha dato risultati. Ai reduci del Mondiale ha inserito gradatamente quegli elementi che gli danno fiducia. Penso che mercoledì farà un ampio turn over e anche i nostri bianconeri avranno maggiore spazio. Se continueranno ad esprimersi così all'Udinese, non vedo perchè Lippi non debba puntare su di loro".
Di Natale in Nazionale non rende come all'Udinese? Posizione sbagliata?
"La Nazionale non è come le squadre di club. Bisogna adattarsi a giocare per la squadra. Anche io mi adattai a più ruoli: pur di giocare da terzino passai a mediano. Penso che Di Natale possa giocare anche sulla fascia, Lippi sa cosa può dargli".
Totò sta trascinando l'attacco bianconero. Ma questa doveva essere l'anno di Floro Flores:
"Totò segna perchè Floro fa la sua parte, apre gli spazi per lui. Non ha importanza chi segna, l'importante è il risultato finale".
Pepe a sinistra?
"Secondo me ci sta. Ha qualità e quantità, fa la fase difensiva e quella offensiva. E' completo. L'Udinese, si sa, ha molti giocatori che sono in grado di interpretare più situazioni".
Tu giocavi a sinistra. Come vedi il duello Lukovic/Pasquale?
"Sono giocatori diversi. Lukovic è più bravo fisicamente, Pasquale è più completo, perchè sa attaccare e difendere".
L'Udinese potrà fare meglio dell'anno scorso?
"L'Udinese ha un valore che non si discute e per questo penso sia arrivata l'ora di pensare a vincere qualcosa, di non limitarsi ad ambire ad una posizione di classifica".
Luigi De Agostini, cosa fa adesso?
"Sono impegnato con il Real Madrid. Sono responsabile tecnico per i Camp organizzati in Italia".
Tra l'altro, una notizia che deve rendere orgogliosi, è che il Camp del Real Madrid di Tricesimo è stato riconosciuto dalla stessa società spagnola come il Numero Uno in Italia:
"Il Real Madrid organizza 12 Camp in Italia, 4 dei quali in Friuli: a Tarvisio, Lignano, Pordenone e Tricesimo. La nuova proprietà ha confermato la bontà del lavoro svolto, ha riconosciuto il livello eccelso di organizzazione dei Camp che seguiamo Marino Firmani ed io e stiamo trattando il rinnovo di questa collaborazione per i prossimi anni. Noi abbiamo l'esclusiva loro per l'Italia. Abbiamo gestito 99 ragazzi in due settimane, ottenendo ottimi risultati. Il riconoscimento non solo della vecchia proprietà del Real ma anche di quella diretta da Florentino Peres ci riempie di orgoglio e ci stimola a fare sempre meglio"