(20.10.2009 09.34)
Fare quadrato, mantenendo la calma e cercando la soluzione al problema tattico che a Catania è tornato a evidenziarsi. La linea di condotta è stata dettata da Miami dal presidente Cellino, che ha trascorso buona parte del pomeriggio americano (in Italia era notte fonda) al telefono con il direttore generale del Cagliari, Francesco Marroccu. Ieri, invece, lungo colloquio telefonico con Massimiliano Allegri. Il presidente e l'allenatore hanno fatto il punto della situazione, analizzato gli alti e i bassi della squadra, cercato di individuare la strada giusta.
Il Cagliari sa giocare al calcio, lo ha dimostrato l'anno scorso e quest'anno con Inter, Bari e Parma. Si tratta di dare continuità alle prestazioni, con un progetto chiaro e condiviso. Ecco perché - ha spiegato Cellino a Marroccu - va salvaguardata per prima cosa la compattezza dello spogliatoio e la credibilità dell'allenatore, mai messe in discussioni nonostante le cinque sconfitte sin qua subite. Questo mentre i soliti bene informati provvedevano a far circolare il nome di Mario Beretta come potenziale successore dell'esonerato Allegri. Invenzioni di chi non vuole capacitarsi che la strada imboccata da Cellino è diversa e che non sono previste inversioni di marcia.
L'immediata reazione del presidente seguita alla sconfitta di Catania, equivale a un campanello d'allarme. Cellino non intende sottovalutare il ko che la squadra rossoblù ha subito in extremis da un avversario mediocre, incapace di portare pericoli alla porta di Marchetti e a lungo fischiato dal proprio pubblico.
Contro un avversario del genere, il Cagliari è riuscito nell'impresa di non portare a casa neanche un punto, subendo la rete decisiva di Martinez (dopo il gol iniziale di Ricchiuti e la spettacolare replica di Dessena in rovesciata) quando ormai neanche i siciliani credevano più nella prima vittoria del campionato. Smaltita gioco forza la delusione, presidente, staff dirigenziale e tecnico si sono messi al lavoro per scovare i motivi di questo rendimento altalenante e individuare le soluzioni.
Oggi Allegri farà il punto con i suoi collaboratori: la condizione fisica è ottima, anche se l'infortunio di Pisano pesa e quello, ormai superato, di Lopez ha comunque prodotto strascichi difficili da assorbire da un reparto, la difesa, già sotto numero in partenza. La compattezza dell'ambiente è fuori discussione, questo è l'unica cosa che non preoccupa Allegri. Piuttosto, sono i cali di attenzione a far riflettere l'allenatore. Urgono rimedi: è in arrivo il Genoa ferito dopo lo 0-5 con l'Inter e c'è sempre la maledizione del Sant'Elia (tre sconfitte su altrettante partite sinora) da scacciare. La sacrosanta preoccupazione va a braccetto con l'altrettanto doverosa fiducia. «Vedrete che alla fine», ha detto ieri Cellino a Allegri e Marroccu, «diremo la nostra anche quest'anno». L'operazione riscatto è già iniziata, a dispetto del calendario che non promette nulla di buono. Dopo il Genoa, trasferta sul campo della Lazio, quindi, doppio impegno casalingo con Atalanta e Sampdoria, poi tutte sfide con squadre della fascia medio-alta del campionato.
Il Cagliari sa giocare al calcio, lo ha dimostrato l'anno scorso e quest'anno con Inter, Bari e Parma. Si tratta di dare continuità alle prestazioni, con un progetto chiaro e condiviso. Ecco perché - ha spiegato Cellino a Marroccu - va salvaguardata per prima cosa la compattezza dello spogliatoio e la credibilità dell'allenatore, mai messe in discussioni nonostante le cinque sconfitte sin qua subite. Questo mentre i soliti bene informati provvedevano a far circolare il nome di Mario Beretta come potenziale successore dell'esonerato Allegri. Invenzioni di chi non vuole capacitarsi che la strada imboccata da Cellino è diversa e che non sono previste inversioni di marcia.
L'immediata reazione del presidente seguita alla sconfitta di Catania, equivale a un campanello d'allarme. Cellino non intende sottovalutare il ko che la squadra rossoblù ha subito in extremis da un avversario mediocre, incapace di portare pericoli alla porta di Marchetti e a lungo fischiato dal proprio pubblico.
Contro un avversario del genere, il Cagliari è riuscito nell'impresa di non portare a casa neanche un punto, subendo la rete decisiva di Martinez (dopo il gol iniziale di Ricchiuti e la spettacolare replica di Dessena in rovesciata) quando ormai neanche i siciliani credevano più nella prima vittoria del campionato. Smaltita gioco forza la delusione, presidente, staff dirigenziale e tecnico si sono messi al lavoro per scovare i motivi di questo rendimento altalenante e individuare le soluzioni.
Oggi Allegri farà il punto con i suoi collaboratori: la condizione fisica è ottima, anche se l'infortunio di Pisano pesa e quello, ormai superato, di Lopez ha comunque prodotto strascichi difficili da assorbire da un reparto, la difesa, già sotto numero in partenza. La compattezza dell'ambiente è fuori discussione, questo è l'unica cosa che non preoccupa Allegri. Piuttosto, sono i cali di attenzione a far riflettere l'allenatore. Urgono rimedi: è in arrivo il Genoa ferito dopo lo 0-5 con l'Inter e c'è sempre la maledizione del Sant'Elia (tre sconfitte su altrettante partite sinora) da scacciare. La sacrosanta preoccupazione va a braccetto con l'altrettanto doverosa fiducia. «Vedrete che alla fine», ha detto ieri Cellino a Allegri e Marroccu, «diremo la nostra anche quest'anno». L'operazione riscatto è già iniziata, a dispetto del calendario che non promette nulla di buono. Dopo il Genoa, trasferta sul campo della Lazio, quindi, doppio impegno casalingo con Atalanta e Sampdoria, poi tutte sfide con squadre della fascia medio-alta del campionato.