di Marco Fundonifonte : gazzeddadimodena
Chiamatelo l’uomo dei gol pesanti, anzi, pesantissimi. Con la rete segnata all’“Olimpico” di Torino, la prima da capitano, Juri Tamburini ha raggiunto quota 11 centri in maglia gialloblù. Undici gol, udite udite, sempre decisivi e segnati in gare in cui il Modena non ha mai perso.
Il potere di essere decisivo, nel bene e nel male, non è un dono di cui ogni giocatore si possa vantare. Quello di essere la “bandiera” di una squadra nemmeno. Juri Tamburini appartiene alla ristretta cerchia di chi può dire di aver provato sulla propria pelle queste sensazioni, a maggior ragione dopo aver siglato il gol-vittoria contro il Torino con la fascia di capitano stretta attorno al braccio.
PREDESTINATO. Basta andare indietro nel tempo, fino al suo debutto in maglia canarina, per capire lo stretto legame tra Tamburini e i gol pesanti. 14 settembre 2004, prima gara del Modena di Pioli dopo la retrocessione dei gialli in B: al “ Braglia” arriva il super Genoa di Cosmi. I canarini subiscono gol dall’astro nascente Milito prima dello stacco imperioso di Tamburini che, all’84’, regala al Modena il pareggio.
SCIAGURA. Essere decisivi nel bene e nel male, dicevamo. E Tamburini, sotto la Ghirlandina, un periodo nero l’ha attraversato. Stagione 2005/06, la sua seconda in gialloblù: nella breve gestione Viscidi, dopo l’esonero di Pioli, l’esterno romagnolo commette due errori clamorosi. Il primo contro l’AlbinoLeffe, quando con un autogol nel finale condanna i canarini; il secondo tre giorni dopo, con uno sciagurato tocco di testa a tempo scaduto che propizia il gol di Gautieri e la vittoria del Pescara.
RESURREZIONE. Ogni favola ha un lieto fine e così anche per Tamburini torna a splendere il sereno. Il riscatto arriva nella stessa stagione, prima contro il Cesena, con il gol decisivo nello storico 4-2 ottenuto al “Manuzzi”, poi, sette giorni dopo, con la doppietta più pesante della propria carriera, quella segnata al “Braglia” contro il Catania. Due gol negli ultimi 10 minuti che proiettano il Modena verso i playoff.
GOL PESANTI. Questi sono i primi passi di un cammino costellato di reti importanti. Dopo i tre centri nell’anno del Pioli-bis, infatti, la stagione successiva Tamburini fa di più: 4 gol e record stagionale personale (Vicenza 2003/04) eguagliato. La gemma è la rete messa a segno al “San Paolo” di Napoli il 20 maggio 2007, di fronte a 40mila spettatori. Gol che permette al Modena di strappare un punto preziosissimo in chiave salvezza. Ma Tamburini completa anche la propria rivincita rifilando tre reti a quel Pescara che la stagione precedente lo aveva condannato, di cui due nello storico 6-2 ottenuto in Abruzzo.
ALLA FINE É PIÚ BELLO. I gol pesanti devono farti venire i brividi. Meglio, dunque, se segnati all’ultimo assalto. E Tamburini ha realizzato ben 6 gol nei dieci minuti finali: l’ultimo è proprio quello messo a segno all’“Olimpico” di Torino. Indimenticabile la rete del 2-2 segnata al 95’ contro il Mantova al Braglia, sotto la “Montagnani”, nel maggio del 2008.
IMBATTUTO. Ma il dato più clamoroso è un altro: quando Tamburini ha segnato il Modena non ha mai perso (6 vittorie con Cesena, Catania, Avellino, Torino e Pescara e 3 pareggi contro Genoa, Napoli e Mantova). Ben 8 volte su 9, poi, le sue reti sono state decisive ai fini del risultato.
Il potere di essere decisivo, nel bene e nel male, non è un dono di cui ogni giocatore si possa vantare. Quello di essere la “bandiera” di una squadra nemmeno. Juri Tamburini appartiene alla ristretta cerchia di chi può dire di aver provato sulla propria pelle queste sensazioni, a maggior ragione dopo aver siglato il gol-vittoria contro il Torino con la fascia di capitano stretta attorno al braccio.
PREDESTINATO. Basta andare indietro nel tempo, fino al suo debutto in maglia canarina, per capire lo stretto legame tra Tamburini e i gol pesanti. 14 settembre 2004, prima gara del Modena di Pioli dopo la retrocessione dei gialli in B: al “ Braglia” arriva il super Genoa di Cosmi. I canarini subiscono gol dall’astro nascente Milito prima dello stacco imperioso di Tamburini che, all’84’, regala al Modena il pareggio.
SCIAGURA. Essere decisivi nel bene e nel male, dicevamo. E Tamburini, sotto la Ghirlandina, un periodo nero l’ha attraversato. Stagione 2005/06, la sua seconda in gialloblù: nella breve gestione Viscidi, dopo l’esonero di Pioli, l’esterno romagnolo commette due errori clamorosi. Il primo contro l’AlbinoLeffe, quando con un autogol nel finale condanna i canarini; il secondo tre giorni dopo, con uno sciagurato tocco di testa a tempo scaduto che propizia il gol di Gautieri e la vittoria del Pescara.
RESURREZIONE. Ogni favola ha un lieto fine e così anche per Tamburini torna a splendere il sereno. Il riscatto arriva nella stessa stagione, prima contro il Cesena, con il gol decisivo nello storico 4-2 ottenuto al “Manuzzi”, poi, sette giorni dopo, con la doppietta più pesante della propria carriera, quella segnata al “Braglia” contro il Catania. Due gol negli ultimi 10 minuti che proiettano il Modena verso i playoff.
GOL PESANTI. Questi sono i primi passi di un cammino costellato di reti importanti. Dopo i tre centri nell’anno del Pioli-bis, infatti, la stagione successiva Tamburini fa di più: 4 gol e record stagionale personale (Vicenza 2003/04) eguagliato. La gemma è la rete messa a segno al “San Paolo” di Napoli il 20 maggio 2007, di fronte a 40mila spettatori. Gol che permette al Modena di strappare un punto preziosissimo in chiave salvezza. Ma Tamburini completa anche la propria rivincita rifilando tre reti a quel Pescara che la stagione precedente lo aveva condannato, di cui due nello storico 6-2 ottenuto in Abruzzo.
ALLA FINE É PIÚ BELLO. I gol pesanti devono farti venire i brividi. Meglio, dunque, se segnati all’ultimo assalto. E Tamburini ha realizzato ben 6 gol nei dieci minuti finali: l’ultimo è proprio quello messo a segno all’“Olimpico” di Torino. Indimenticabile la rete del 2-2 segnata al 95’ contro il Mantova al Braglia, sotto la “Montagnani”, nel maggio del 2008.
IMBATTUTO. Ma il dato più clamoroso è un altro: quando Tamburini ha segnato il Modena non ha mai perso (6 vittorie con Cesena, Catania, Avellino, Torino e Pescara e 3 pareggi contro Genoa, Napoli e Mantova). Ben 8 volte su 9, poi, le sue reti sono state decisive ai fini del risultato.