Sassuolo brutto e fortunato

Posted by Pubblicato da Marco Fundoni On 15:01


di Marco Fundoni
fonte: gazzetta di modena

Cellini calcia un rigore sul palo. Con l’Albinoleffe è 0-0
BERGAMO. Il Sassuolo non riesce proprio a decollare. Anzi, si può dire che a Bergamo l’ha messa bene al termine di una partita finita 0-0 ed oscena dal punto di vista spettacolare. È stato infatti l’Albinoleffe a sprecare il match ball con Cellini che ha colpito il palo su rigore.

Niente a che vedere col Sassuolo di Ascoli. Lì i neroverdi di Pioli avevano affrontato una squadra scriteriata, che difendeva a centrocampo. L'Albinoleffe si è dimostrato tatticamente molto più accorto rispetto ai marchigiani, imbrigliando le farraginose trame imbastite dai neroverdi. Lo 0-0 è specchio fedele di quanto si è visto sul rettangolo di gioco anche se ad avere la chance per vincere sono stati i seriani, con un rigore calciato sul palo da Cellini al quarto d’ora della ripresa. Per il Sassuolo, tanto brutto quanto fortunato, a conti fatti c’è ben poco da recriminare. All’attivo solo un’occasione per Minelli, davvero poco considerando che Mondonico non aveva un solo titolare disponibile in difesa. Unica consolazione l’epilogo: lo scorso anno finì con la beffa di Cellini all’87’, stavolta il Sassuolo se ne torna a casa col punticino.
Fuori Zampagna. Pioli si affida a Consolini e Bianco in difesa al posto degli squalificati Polenghi e Gorzegno. In attacco Martinetti vince il ballottaggio con Zampagna mentre a centrocampo Pioli preferisce Fusani a Salvetti optando così per un assetto più prudente. Nell’Albinoleffe, che in casa non vince da sei mesi esatti, è fuori causa l’intera difesa titolare. Mondonico attinge a piene mani dalle riserve schierando un’inedita linea a quattro con Garlini e Piccinni esterni, Bergamelli e Serafini centrali. Chiavi del centrocampo affidate a Passoni, quelle dell’a ttacco alla coppia Ruopolo-Cellini.
Sbadigli. Nel primo tempo accade poco o nulla. Tra uno sbadiglio e l’altro da segnalare un paio di chance per l’A lbinoleffe con Grossi (che pecca di mira da ottima posizione) e Cellini, anticipato in uscita da Bressan. Per il Sassuolo poca roba e di scarsa qualità: possesso palla ma zero tiri nello specchio della porta difesa dall’infreddolito Layeni. L’assenza di spinta sulle fasce (troppo prudenti e timorosi sia Consolini che Bianco) costringe i neroverdi ad andare per vie centrali favorendo la difesa seriana che, implacabilmente, chiude e sparacchia palloni in avanti per i guizzanti Ruopolo e Cellini. Un trend soporifero che si trascina fino allo scadere. A risvegliare un po’ tutti dal torpore ci pensa la mascotte Rino Castorino (mitico quanto il cane Lillo del Frosinone) che nell’intervallo premia i ragazzini delle società sportive che urlano di più in gradinata.
Palo salvatutto. La ripresa inizia sulla falsariga dei primi 45 minuti. Ritmi lenti, Sassuolo che sbatte la testa contro un muro e bergamaschi sempre temibili nelle ripartenze. Poco prima del quarto d’ora i neroverdi, giusto per movimentare un po’ la serata, decidono di farsi del male da soli: Piccioni sbaglia il rinvio, Cellini si avventa sul pallone ed entra in area dove viene steso da Magnanelli. Per l’arbitro Velotto è calcio di rigore: dell’esecuzione si incarica lo stesso Cellini, Bressan è spiazzato ma la palla si stampa sul palo.
Timida reazione. Il rischio corso infonde un po’ di coraggio al Sassuolo che con Fusani regala il primo brivido al portiere seriano Layeni. Che poi, qualche minuto dopo, si supera deviando un colpo di tacco ravvicinato di Minelli. Sarebbe stato - per quanto immeritato - il gol dell’ex. Col passare dei minuti l’A lbinoleffe appare in debito d’ossigeno, il Sassuolo avanza il baricentro e prova a vincere. Ma il gol non arriva. Al minuto 78 arriva finalmente il momento di Zampagna, fischiato dal pubblico per i suoi gloriosi trascorsi con la maglia dell’Atalanta, che entra al posto di Martinetti. Per lui subito una punizione dai venti metri che chiama Layeni alla deviazione di pugno in angolo. L'ultimo brivido con Magnanelli che salva su Grossi. È l’ultima emozione, si fa per dire, di una partita che di certo non passerà agli annali del calcio.