di Filippo Capurso
Fonte: salernonotizie.it
Il nuovo direttore sportivo della Salernitana vanta numerose esperienze in piazze calde. Al di là di Triestina e Ravenna, Nicola Salerno ha sempre lavorato al sud gestendo spesso situazioni non facili. La sua carriera inizia negli anni '80 da Matera, città in cui è nato, con la società presieduta dal padre, il senatore Carmelo Francesco Salerno.I primi successi arrivano con il Licata, squadra con la quale conquista la serie B nella stagione 1988-89. Dall'anno dopo, fino al '93, è con la Triestina svolgendo anche le funzioni di amministratore unico. Dal '97 si trasferisce a Messina diventando uno dei principali artefici della scalata del club siciliano dai Dilettanti alla serie B. Nell'agosto del 2002 a sorpresa viene licenziato da Franza (che gli preferisce Pavarese) ma resta comunque in serie B, al Catania.Dalla Sicilia passa in Sardegna conquistando con il Cagliari la serie A e lanciando giocatori di grandi prospettive come Acquafresca. Nel 2006-07 ha lavorato anche con il Foggia in C1."L'ultimo posto in classifica evidenzia che c'è qualcosa che non va" sostiene Nicola Salerno. Ma ad ottobre tutto è ancora possibile, la Salernitana si può salvare. D'altronde ci credono le squadre che a marzo o ad aprile sono a sei punti dalla salvezza non vedo perchè non potrebbe crederci anche adesso che siamo ad ottobre la Salernitana".Alla presentazione c'era anche il patron Lombardi: "La classifica - ha spiegato il massimo dirigente - va assolutamente recuperata, migliorata. Ci tengo troppo alla Salernitana ed alla Serie B così faticosamente conquistata e poi mantenuta per non realizzare ogni tentativo. Tra infortuni e squalifiche quest'anno mai, gli allenatori che si sono succeduti, hanno potuto schierare la medesima formazione per due giornate consecutive. Abbiamo scelto Salerno perchè è persona dal grande spessore nel mondo del calcio. Gli chiediamo di guidarci alla salvezza in questo campionato". Nicola Salerno ha detto: "Ho negli occhi le immagini della Salernitana degli anni '80 e '90, nonostante i tanti campionati di serie C era una miscela indissolubile tra calciatori guerrieri e pubblico entusiasmante. La piazza di Salerno mi ha sempre affascinato, quando il presidente Lombardi mi ha chiamato ho accettato senza tentennamenti". Sulla squadra: "Vanno capiti i motivi che ancorano la Salernitana sul fondo ma ci sono le due componenti più importanti: il tempo per recuperare e la volontà della società di raggiungere l'obiettivo. La serie B non è quella di una volta con grossa qualità individuali e complessive, poi siamo ad ottobre e mollare ora sarebbe delittuoso. Iniziamo allora a fare punti da Lecce laddove, per tutti, anche un pareggio sarebbe davvero tanta cosa". Ha poi chuso: "L'Arechi deve ritornare ad essere il nostro fortino. Mi rifiuto di pensare che la tifoseria non sia dalla parte della squadra. Se dimostriamo loro un minimo di attaccamento torneranno al nostro fianco. Sono fondamentali per il raggiungimento dell'obiettivo comune".