Di Pasquale Campanella
Fonte: forum triestina
Europei 2016, Trieste spinge il Rocco
Problemi di capienza e mancano i box per i vip. L’assessore Lippi: «Poche chances ma stiamo lavorando»
TRIESTE Il ”Bengodi” dei Mondiali del ’90 non c’è più ma l’Italia torna in pista per organizzare gli Europei di calcio del 2016.E la prima mossa di chi ha l’onere di conquistare l’evento è stata quella di ripartire dai 12 stadi che hanno ospitato quell’edizione che è rimasta negli occhi degli italiani.Ma non tutto è deciso e anche Trieste, con il suo stadio Rocco che nel ’90 non c’era, si è fatta avanti. Come alternativa allo stadio Friuli. «Le chanches sono poche - dice senza giri di parole il vicesindaco e assessore allo Sport Paris Lippi - ma noi ci stiamo provando e i nostri tecnici sono al lavoro».Stavolta, per adeguare gli impianti nel caso di aggiudicazione dell’evento l’intervento pubblico sarà soft (solo per ammortizzare gli interessi dei mutui).I soldi e gli interventi a pioggia al momento non ci sono. Ci dovranno pensare i privati. Peccato che dei dodici impianti presi in considerazione (9 titolari e tre riserve) ben tre (Firenze, Genova e Bologna) non rispondano alle norme dell’Uefa e quindi dovranno puntare su nuove strutture da costruire da zero. E anche lo stadio Friuli di Udine, in procinto di essere restaurato dopo l’accordo tra Pozzo e l’amministrazione friulana, è ancora un punto di domanda. Per il restyling servono 30 milioni, una cifra non da poco da reperire anche se in partnership pubblico-privato.E così Trieste si è mossa in queste settimane quantomeno per partecipare alla volata che durerà all’incirca quattro mesi. Tra la fine di ottobre e i primi mesi di novembre le amministrazioni proprietarie degli impianti e le società che aspirano a diventare proprietarie di quelli futuri devono presentare i nuovi progetti e soprattutto la loro sostenibilità.Entro il 15 febbraio la Federcalcio e il suo project manager Michele Uva dovranno inoltrare il dossier all’Uefa.E la scorsa settimana l’assessore allo Sport Paris Lippi ha incontrato a Roma proprio Michele Uva. Per offrire allo staff organizzativo la disponibilità di Trieste e del suo impianto abbastanza moderno, ma che mostra già alcuni acciacchi, e per capire quali siano i requisiti di base richiesti dall’organismo europeo. E poiché la corsa del Rocco ha quale principale concorrente il Friuli di Udine (o quello che sarà il nuovo impianto) il primo paletto a favore dei cugini friulani è l’appeal della società (l’Udinese) in campo internazionale.Detto questo, al Rocco mancano almeno due requisiti richiesti dalla Uefa e quindi dal comitato della Figc. Gli stadi che dovrebbero ospitare la fase finale degli Europei di calcio devono avere una capienza di 30 mila posti netti. A questi vanno aggiunti circa tremila posti destinati alla stampa e alle autorità. Attualmente al Rocco mancano proprio quelle tremila postazioni.Una mancanza alla quale probabilmente in qualche modo si potrebbe ovviare (prima delle nuove norme di sicurezza il Rocco era omologato per 35 mila spettatori). Gli stadi poi dovrebbero essere dotati di almeno 20 box (quelli che i vip affittano a colpi di migliaia di euro nei più prestigiosi stadi inglesi). Su questo fronte esiste un limite strutturale e uno di opportunità.Come utilizzare questi spazi in futuro in uno stadio che ospita una società che milita in serie B e comunque che è espressione di un territorio poco vivace dal punto di vista imprenditoriale? I vip che hanno sottoscritto l’abbonamento per la stagione della Triestina (quello da mille euro) sono poco più di una ventina.Insomma i limiti del Rocco e del peso calcistico di Trieste sono evidenti. L’importante è non lasciare nulla di intentato.