CHIEVO, E’ UN PECCATO DI PRESUNZIONE?

Posted by Pubblicato da Marco Spinelli On 03:11


di Marco Spinelli
fonte: l'arena


E se fosse un peccato di presunzione? La domanda resta lì, vale per tutti e ognuno può dare la risposta che crede. Di sicuro c'è dentro un po' di tutto nel black out del Chievo contro il Bari. C'è una miscela che tocca adesso a Mimmo Di Carlo rendere inoffensiva. Perché, di sicuro, non c'è mai una sola ragione, a giustificare un'inversione di tendenza così netta, sia pure a distanza di due settimane. Già, anche questo particolare, tra l'altro, non è del tutto trascurabile. La sosta non sempre fa bene, soprattutto quando vieni da grandi prestazioni. Il Chievo di Cagliari ha smarrito nelle due settimane azzurre l'adrenalina giusta, la fame, la cattiveria. E l'attenzione feroce che rende a volte invulnerabile ( o quasi...) anche una squadra tecnicamente ‘normale’, come il Chievo. Quante volte Mimmo Di Carlo ha ripetuto questo? Quante volte ha espresso concetti analoghi? "Se noi perdiamo l'intensità, l'umiltà, l'aggressività, diventiamo una squadra normale, dunque battibile da tutti". Anche da un Bari in palla, ma non trascendentale, com'è stato quello di domenica.

L’aspetto atletico. Può essere che i carichi di lavoro della sosta abbiano influito sulla freschezza atletica del gruppo? Potrebbe essere, visto che almeno 7-8 su 11 non erano certo al top della condizione. Di Carlo dice di no, "non c'entra". La questione è un'altra. "Se non ci sei al centodieci per cento con la testa, anche le gambe ne risentono...". Un po' la storia dell'uovo e della gallina, chi è nato prima? Sia come sia, è come se l'interruttore, stavolta, non fosse scattato a tempo. Diciamo che il Chievo l'ha fatto scattare davvero nell'ultima mezz'ora, quando non è stato lucido ma aggressivo; non è stato lineare, ma intenso. Abbastanza per sfiorare il pareggio, non sufficiente per meritarselo. Errori arbitrali a parte, sia chiaro. "Dammi un rigore, che poi ne riparliamo" osservava domenica sera Di Carlo. "Oddio, possiamo anche sbagliarlo, ma intanto dammelo". Verissimo. Dei due reclamati, almeno uno e mezzo c'erano, così come c'era, molto probabile, anche quello su Meggiorini. Però, come già sottolineato, parlare di rigori stavolta, può diventare un alibi e il Chievo non ha bisogno di alibi

Le scelte di Mimmo Di Carlo. Del dilemma Granoche&Bogdani, già s'è detto. E chiudiamola qua, dicendo ancora che il Chievo non ha perso per colpa di Granoche, sia ben chiaro. Anche se, oggi come oggi, Bogdani è in condizioni migliori e merita di giocare dall'inizio. Punto. Altre cose, piuttosto, fanno un po' pensare. Tipo, la gestione complessiva del gruppo. Molto ampio e, pure, competitivo, almeno questo s'è sempre detto. Però, poi vai a guardare e il gruppo di chi gioca è formato da 14 uomini. E gli altri? Ora, se è vero che il turnover a tutti i costi è pur sempre un azzardo, il problema, qui, diventa un altro. C'è un gruppo di titolari (ma sì, qualche volta usiamola, 'sta parola) e un gruppo di riserve. Non è una critica, attenzione. È una semplice constatazione, cui ne va aggiunta subito un'altra, stavolta più tecnica. Il Chievo, a volte, è una macchina perfetta, persino troppo. Tutto chiaro, tutto prevedibile, tutto (o quasi) scontato. Chi gioca, chi entra, chi esce, i minuti dei cambi...Domenica, ad esempio, poteva essere l'occasione di vedere Abbruscato.
Sai che roba, nel ‘casino’ finale, avere davanti Bogdani, Abbruscato e Pellissier? Magari quella palla che non voleva entrare, sarebbe finita proprio addosso a Elvis. Sai, che finale rock, poteva essere...

Aggressione fuori dallo stadio. Lavorano tutti e quattro per un'impresa di Rovato e vivono a Verdello, nella Bergamasca. Domenica avevano preso il treno per venire a vedere Chievo-Bari. Ci hanno tenuto a sottolineare che non facevano parte di nessun gruppo organizzato e che quindi con la ventina di tifosi che era arrivata scortata dalle volanti non c'entravano. Ma hanno ammesso, seppur sostenendo di essere stati offesi, provocati e picchiati dai tifosi del Chievo, di aver reagito e di aver colpito, chi con le aste di gomma usate per sostenere lo striscione, chi con la cintura chi lanciando una bicicletta, due tifosi che erano fermi al chiosco dei panini. Per tutti l'accusa è lesioni aggravate dall'uso di oggetti atti ad offendere e dall'averle commesse prima di un incontro di calcio. I due feriti (sette e 21 giorni la prognosi dei supporter tutelati dall'avvocato Corrado Tognetti) e la società di calcio che invece è rappresentata da Marco Mirabile si costituiranno parte civile nei confronti di Vito Michele Loprieno, Girolamo Rovereto, Corrado Castellotta e Leonardo Cantatore, due di Bisceglie e due di Molfetta (l'avvocato Michele Dorizzi è il loro difensore) che fino al 27 ottobre, data in cui sarà celebrata la direttissima, restano in carcere a Montorio. Il magistrato ha ritenuto infatti che in virtù del comportamento attuato nei confronti dei due tifosi veronesi anche con oggetti atti ad offendere l'unica misura adottabile per evitare il ripetersi di episodi violenti fosse la custodia in carcere, nonostante due degli indagati non siano gravati da precedenti. Questo perché si è trattato di una reazione abnorme il più grave dei sostenitori del Chievo ha riportato con traumi alle ossa nasali, lesioni da schiacciamento alle mani e la frattura parziale di un incisivo