di Marco Spinelli
fonte: L'arena
Mimmo Di Carlo guarda in panchina. Spesso lo cerca. Quasi sempre lo toglie dal mazzo, per giocarsi al momento giusto la carta jolly. Luca Ariatti è uomo per tutte le stagioni. Dove lo metti, lui sta. Del resto, Giovanni Sartori lo aveva presentato proprio così: “Lo consideriamo valida alternativa per la mediana. Gioca in più ruoli. Questi giocatori valgono doppio”. Detto e fatto.
Mimmo lo ha messo addirittura al posto di Mantovani. Cause di forza maggiore, certo. L'ex centrocampista del Lecce, però, si è sempre disimpegnato alla grande. Chiude, copre, riparte, si adatta
E Di Carlo lo considera mai il dodicesimo uomo. “Mi avevano scelto proprio per questo”, ammette Ariatti, “e io penso di avere dimostrato la mia duttilità. Giocare esterno o interno di centrocampo non fa differenza. A me interessava capire in fretta il mondo Chievo” . E poi: “Penso di essermi inserito abbastanza bene nel gruppo. La filosofia è quella giusta, e mi è bastato poco per capire il significato della favola Chievo. Qui c'è una società modello, unica per modo di gestione e davvero molto trasparente. Vince sempre e comunque il gruppo. E io ho avuto la fortuna di entrare in contatto con un ambiente che trovo davvero molto stimolante”
Ariatti poi si lascia andare ad una previsione: “Magari qualcuno toccherà ferro”, annuncia, “ma il promettente inizio di stagione può essere il preludio ad un grande campionato. Credo esistano tutte le componenti per poter fare bene. Il Chievo ha confermato subito quanto di buono aveva fatto negli ultimi set-sette mesi dello scorso campionato. Se non hai qualità e sostanza risulta difficile riconfermarsi”Il centrocampista gialloblù sponsorizza poi un suo compagno di squadra. “Non conoscevo bene Frey. Devo dire che a vederlo giocare mi ha proprio impressionato. Mi piace per come interpreta la gara, mi piace per quello che fa. Sono convinto che se continuerà su questa strada potrà fare il definitivo salto di qualità. E Chievo è l'ambiente giusto per rendere il massimo”
Ventura aggiusta la mira ai ‘galletti’. Prime parole di inizio settimana. La strada che porta alla sfida con il Chievo è ancora lunga. Giampiero Ventura pensa, però, a mettere subito in ordine i suoi pensieri.
Il suo Bari ha ottenuto otto punti in sette partite, offrendo anche scampoli di calcio molto divertente. Nelle ultime gare i pugliesi hanno smarrito la via del gol, ma la tendenza resta pur sempre buona.
La conferma arriva anche dal tecnico genovese: “Il bilancio mi piace definirlo positivo in generale perchè abbiamo fatto parlare di noi, abbiamo fatto buone gare e abbiamo dimostrato che se vogliamo possiamo ritagliarci uno spazio tutto nostro. Si dice che il Bari in Italia è una della squadre che gioca meglio. Ed è chiaro che questo è un motivo di soddisfazione. Come in tutte le cose, però, si può sempre migliorare anche se credo bisogna anche dire che abbiamo raccolto meno di quanto abbiamo prodotto. Se devo trovare un neo lo ricerco in quelle palle gol abbastanza clamorose che non abbiamo concretizzato. Se avessimo dimostrato maggiore precisione sottoporta, avremmo una classifica assolutamente straordinaria e si parlerebbe del Bari in termini ancora più entusiastici. Sono anche soddisfatto della voglia e dello spirito di sacrificio che hanno questi ragazzi”
E allora qual è la ricetta per uscire dall'equivoco? Ventura non ha incertezze: “Dobbiamo solo dare serenità ai nostri giocatori”, dice, “che vogliono tanto dare qualcosa di importante a Bari. Sanno che possono fare meglio”. Ventura parla anche dell'ex gialloblù Antonio Langella, fin qui impiegato piuttosto poco: “Se dobbiamo parlare di chi gioca poco, allora dovremmo farlo anche di Belmonte che è andato una sola volta in panchina o Diamoutene. Il Bari sta aspettando il migliore Langella, alla fine credo che sia il campo a parlare. E noi”, confida l'allenatore dei ‘galletti’, “aspettiamo Antonio a braccia aperte”