Torino, è il momento della verità: svolta o mercato totale

Posted by Pubblicato da Giovanni Di Noia On 14:53


fonte: Tuttosport


Tutti a rischio, però la crisi si può superare: ottobre è il mese nero.

TORINO, 13 ottobre - Chissà se i giocatori un poco arrossiranno a con­frontare i propri guadagni con quelli dei colleghi che domeni­ca li hanno battuti, i calciatori del Modena. Il rapporto è di ol­tre quattro euro a uno: 20 mi­lioni contro 4,8, allenatori com­presi. Rossore o meno, l’unica cosa importante sarà la reazio­ne. Il Torino, inteso come squa­dra, deve reagire sul campo con impegno, sacrificio e orgo­glio. I giocatori devono essere consapevoli della propria for­za, ma sostenerla con l’umiltà che è condizione necessaria per affermarla. La crisi dell’ultimo mese può essere contingente, legata a fattori di forma dei singoli, ma va stroncata subito. Con un’intensità, una sana cattiveria agonistica e quella fame che sono fondamentali virtù per emergere in B. Non basta il talento, ammesso e non concesso che sia proporzio­nato al monte ingaggi pagato da Cairo. Il Torino malamen­te retrocesso ha l’obbligo di vin­cere questo campionato: ben sapendo, oltretutto, che alla fi­ne non ci sarà proprio niente da festeggiare. Tuttavia se la squadra non riprenderà forte­mente in mano il proprio de­stino, se nei prossimi tre mesi non troverà costanza di presta­zioni e risultati, a gennaio an­drà rifatta da capo a piedi: via tutti gli inadeguati, che siano stelle o meteore. I nomi non contano, contano i fatti.

COME L’ATALANTA - Ciò det­to, la tesi che possa essere “so­lo” un momento no è sostenu­ta dalle statistiche. Le squadre di Colantuono a ottobre non sono mai andate alla grande (media punti di 1,31, frutto di 10 vittorie, 12 pareggi e 10 sconfitte). E’ il periodo dell’an­no in cui il tecnico pareggia di più e perde maggiormente. L’ultima vittoria in ottobre di una sua squadra risale addi­rittura al 22 ottobre 2006, Ata­lanta- Sampdoria 3-2 in A; poi 8 gare di campionato disputate tra le panchine di Atalanta, Palermo e Torino: 6 pareggi e 2 sconfitte. Altro piccolo confor­to: l’Atalanta targata Colan­tuono, che vinse poi alla gran­de il campionato di serie B 2005/06, dopo 9 giornate aveva subìto 3 sconfitte come l’attua­le Toro, sebbene i punti in sac­coccia fossero 18, frutto di 6 vit­torie e nessun pareggio.

SQUADRA ASSEMBLATA - In attesa della reazione grana­ta o della riparazione mercan­tile, alcune considerazioni irri­nunciabili. Il Torino non è una squadra costruita, bensì è squadra assemblata. Figlia di un mercato dominato dalla ne­cessità di bonificare pregressi errori: è rimasto chi non si è riusciti a piazzare e si è preso quel che si è riusciti a prende­re in relazione a quanto con­sentito dalle uscite. A Colan­tuono s’è chiesto di cavare il meglio da quel che passava il convento. E’ dunque una for­mazione che vive sulle prodez­ze dei singoli: quando manca­no, una squadra costruita sop­perirebbe col gruppo; il Toro as­semblato, invece, va in crisi.

E IL REGISTA? - Conferma a questo discorso è la recente ri­cerca di altre soluzioni, attra­verso un diverso sistema di gioco, proprio per rimediare agli affanni. Cosicché si è par­titi con il regista, Loviso (sen­za mai dare una chance al suo giovane vice, Gorobsov), e poi si è provato a farne a meno. Non solo, ma le ultime scelte hanno sconfessato il mercato estivo anche con Belingheri. L’alternanza di più interpreti in parecchi ruoli è un’ulteriore conferma dell’incertezza pro­gettuale, ma sull’altro lato del­la medaglia porta insicurezza nei singoli. Esemplare il caso Rubin-Pisano. Ci sono, in­somma, scelte discutibili e scel­te imposte, o di forza maggiore, per l’allenatore. L’insieme por­ta alla conclusione che il Tori­no è ancora alla ricerca di se stesso. Il che potrebbe anche essere un’ottima notizia. So­prattutto se si ricorda che esi­stono risorse ancora largamen­te inesplorate, nell’organico.