di Rocco Fortunatofonte:eurosport.itArbitri nella bufera. Ormai siamo abituati. E siamo solo all'ottava giornata di campionato. Ieri le proteste di Roma e Sampdoria per i presunti torti subiti contro Milan e Lazio. Il presidente della Samp Garrone ha detto "diamo fastidio". Il giorno dopo Giuseppe Marotta, ad dei blucerchiati, ha spiegato il senso di queste parole. Non strategie studiate a tavolino, ma "sudditanza psicologica", di cui la classe arbitrale, a suo parere, proprio non riesce a liberarsi.
"Ci siamo sempre distinti per una linea entro i confini della razionalità - ha esordito Marotta -. Ma il mio ruolo mi impone di tutelare gli interessi della società. Ieri contro la Lazio abbiamo subito un danno palese, che si aggiunge a quello contro il Parma. Il mio obbligo non è di protestare, ma chiedere maggiore rispetto". Chiaro il riferimento alla pazza uscita del portiere Muslera su Pazzini (che ha subito una frattura scomposta del setto nasale e dovrà essere operato) ed al contatto in area Diakite-Ziegler, in cui il difensore biancoceleste si disinteressa completamente della palla abbattendo con una spallata in area l'esterno svizzero.
Due episodi così cristallini su cui è impossibile discutere e che avrebbero potuto lasciare in vetta la Smapdoria, a pari merito con l'Inter,certamente un fastidio in più per i nerazzzuri."Il fastidio cui parlava il presidente non era riferito ad ipotetiche 'congiure di palazzo' o all' 'uomo nero' - ha spiegato Marotta -. Noi siamo una 'provinciale' e facciamo fatica a puntare grandi traguardi, evidentemente anche a livello mediatico abbiamo uno spazio limitato, che porta ad una sudditanza psicologica da parte degli arbitri e li condiziona. Quella esiste sempre, perché il giudizio negativo di un giornale è diverso se l'errore lo subisce una grande, rispetto allo stesso errore a danno di una squadra medio-piccola. Sicuramente la Samp non è trattata come Juve, Milan o Inter. Ma non da quest'anno".
Argomenti triti e ritriti, che con l'ausilio di moviola e istant replay, magari finirebbero nel dimenticatoio, e finalmente si comincerebbe a parlare di calcio vero. Ma Marotta prospetta una soluzione tutta sua all'orizzonte e una mancanza di tranquillità "nasce dal fatto che non c'é dialogo tra componente arbitrale e società. Non esiste uno 'sportello reclami'. Invece sarebbe indispensabile sedersi con cadenza periodica intorno ad un tavolo, in Lega, per esporre le rispettive posizioni. Comporterebbe una crescita importante di tutto il movimento. Non serve limitarsi a mettere da parte l'arbitro che ha sbagliato".
Infine lo stato d'animo con cui i giovani arbitri si avvicinano all'incontro: "Noto la differenza nell'approccio alla gara. Una volta gli arbitri erano molto più tranquilli. Oggi arrivano in campo tesi come corde di violino. Probabilmente perché subiscono pressioni che gli tolgono la tranquillità che invece si ha se si parte con la fiducia dei club. Per questo reputo così importante il dialogo". Dialogo, sedute a tavolino, polemiche e veleni che con un minimo di logica e applicazione della tecnologia in più potrebbero essere tranquillamente evitate.