di Edoardo Blandino
fonte: www.toronews.net
WAN torna in Piemonte dopo l'ultimo esonero
La sfida tra Torino e Reggina di venerdì sera sarà decisiva per il futuro di WAN. Gli amaranto non navigano in buone acque e questo inizio di stagione con il freno a mano tirato non è piaciuto a stampa e tifoseria. L’ambiente intorno alla squadra calabrese si sta surriscaldando e la sconfitta nell’ultimo turno casalingo per 3-0 ad opera dell’Ancona ha reso la panchina del tecnico di Montemarano piuttosto traballante. In molti si aspettavano l’esonero di Novellino già dopo il match contro i marchigiani, ma il presidente Foti gli ha confermato la fiducia almeno fino a venerdì quando il calendario prevede l’incontro di cartello contro la sua ex squadra. Per la Reggina si tratta dunque già di un momento cruciale della stagione.
Gli amaranto non si possono più permettere passi falsi dopo i soli nove punti conquistati in altrettante gare, due sole lunghezze sopra la penultima. Una sconfitta venerdì porterebbe all’esonero di Monzon e si aprirebbe una grossa crisi finora goffamente mascherata. Uscire senza punti dall’Olimpico in questo momento del campionato ed in quella posizione di classifica rischierebbe di compromettere fortemente le ambizione di promozione dei calabresi. Dall’altro lato una vittoria darebbe grande morale ad un ambiente in difficoltà e permetterebbe agli amaranto di agganciare il treno di metà classifica.
Non sarà però una sfida facile per la Reggina. I numeri della squadra sono impietosi e non sorridono a Novellino. Gli amaranto hanno grosse difficoltà ad andare a rete e sebbene abbiano una partita in meno rispetto a molti avversari posseggono il terzo peggio attacco di tutta la Serie B, appena sette gol in nove match. Neppure la difesa sembra però imperforabile e con tredici reti incassate la Reggina è la sesta retroguardia più perforata del campionato. Ma questa non è storia sconosciuta ai tifosi granata: tutti ricordano le partite terminate a reti inviolate o con un minimo margine di scarto sotto la gestione di Monzon. Insomma, non c’è nulla di nuovo sullo Stretto.