( 20/10/09 ore 10.00 "Il Sardegna")
È un Cagliari diverso. rispetto alla passata stagione non riesce più a costruire un gioco articolato, le conclusioni scarseggiano,
la squadra rossoblù è quella che tira di meno in porta di tutta la serie A ed il portiere avversario resta inoperoso. A Catania la riconferma del trend del periodo. Con il senza voto dell'estremo difensore etneo a testimoniare del persistere del problema. Un'avvisaglia c'era stata. E si era evidenziata nelle prime cinque gare ufficiali. Con quelle uniche due reti realizzate da Jeda, nei confronti casalinghi con Siena ed Inter, entrambe su rigore. turno di Coppa Italia compreso. Le affermazioni consecutive di Bari e Parma avevano avuto il potere di far rientrare eventuali allarmismi. Poi però, le ultime due battute d'arresto hanno riacceso la spia. Il Cagliari non riesce più a trovare i giusti automatismi per far male in fase offensiva. Il cambiamento di registro è evidente. Nella gara di domenica scorsa, a parte il gol d'autore di Daniele Dessena, il portiere di casa è rimasto inoperoso. Ed è doveroso cercare di estrapolare i motivi di tale andamento lento da parte di tutti. Non solo del reparto offensivo. Cercando di trovare soluzioni adatte a fronteggiare quella che oramai sta divenendo una reale emergenza. Non solo il Cagliari segna con il contagocce, ma non tira neppure in porta. È un periodo nero, durante il quale ci sta andando tutto storto -d ice Andrea Cossu - Non appena ci distraiamo un attimo, i nostri avversari ci puniscono. È già successo in casa con il Chievo ed a Catania, nei due ultimi confronti disputati. Noi siamo una squadra che cerca in qualche modo di giocare la palla, di mettere in risalto i valori tecnici. Naturalmente non sempre ci riesce. Certe squadre, soprattutto quando vengono al Sant'Elia, pensano solo a difendersi ed a distruggere il nostro gioco . Il trequartista è forse colui che, in questo primo scorcio di stagione, ha tirato la carretta in maniera continuativa. Con un rendimento tale, da far addirittura parlare di Nazionale. Cossu non trova particolari mutamenti nel tipo di gioco della squadra. I movimenti sono quelli mandati a memoria. Con Allegri che insiste sempre con le verticalizzazioni. Mentre Jeda, capocannoniere rossoblù fino ad ora con tre centri, ammette che in certe circostanze, chi arriva in zona tiro, non è particolarmente freddo. forse risentiamo troppo della pressione. Indubbiamente ingiustificata, ma che ci rende nervosi. talvolta, anche nelle rare occasioni che si riesce a costruire qualche chance di conclusione, invece di battere a rete, anche da posizione decentrata, si preferisce mettere la palla in mezzo. Certe soluzioni, che l'anno scorso ci riuscivano facili divengono improvvisamente complicate. Però non penso sia questione di un certo tipo di gioco. Gli schemi sono gli stessi. Piuttosto, direi che certi meccanismi si possono oliare solo col trascorrere del tempo ritrovando l'autostima. Da parte sua anche Federico Marchetti dice la sua: La colpa va equamente suddivisa fra tutti. È fondamentale che ognuno partecipi alla costruzione della manovra, che può partire pure, per assurdo, anche da un mio calcio di rinvio.