Di Pasquale Campanella
Fonte: forum triestina
Fantinel: «Caso Potenza, Unione estranea»Il presidente: «Bruno ha il pieno diritto di curare i propri interessi personali. Io non ne sapevo nulla»
TRIESTE Nella giornata che segna la prima assemblea della Lega di B presieduta da Fantinel, il presidente della Triestina è chiamato a esprimere la posizione della società sul «caso Potenza», dopo aver anche ricevuto una lettera dai toni cortesi ma perentorei dal suo collega lucano. «So che il vicepresidente Raffaele Bruno ha già puntualizzato la sua posizione rispetto a un eventuale suo interessamento o meno al Potenza calcio - dice Fantinel - ma voglio sottolineare come la Triestina non abbia mai avuto contatti con il Potenza calcio. Se il vicepresidente Raffaele Bruno ha degli interessi, che peraltro lui stesso ha smentito pubblicamente, lo fa a titolo personale. Quello che mi preme sottolineare è che la Triestina non è coinvolta e non vuole esserlo in alcuna operazione. Io poi fino a stamane non ne sapevo nulla. Il nostro progetto nel nome della triestinità comunque va avanti».Gli abboccamenti tra il videpresidente alabardato Raffaele Bruno e il presidente del Potenza (città natale di Bruno) Postiglione sono stati più d’uno nell’ultimo mese. Se ci sia stata una vera trattativa per un ingresso di Bruno nella compagine potentina lo sanno solo i diretti interessati. Ma è un fatto che a settembre ci sia stato uno scambio di cortesie (con tanto di magliette) e che non più tardi di dieci giorni fa i due si siano incontrati allo stadio in occasione di Potenza-Verona. Poi l’improvvisa conferenza stampa di martedì indetta da Bruno e la replica secca di Postiglione a sostenere che non ci sia stata alcuna trattativa con un personaggio che, per citare il comunicato ufficiale del Potenza calcio, «risulta nullatenente» (tuttavia Bruno possiede il 40% delle azioni dell’omonima ditta di costruzioni con sede a Trieste). Ma al di là delle beghe potentine è evidente che il vicepresidente ha coinvolto, anche se indirettamente, l’immagine della società alabardata. Inoltre nell’ultima sortita lucana Bruno è stato accompagnato da Tito Rocco (consigliere d’amministrazione e dirigente dell’Unione). Ma è lo stesso Tito a sciogliere l’equivoco: «Mi sono recato a Potenza, assieme a Bruno, perché dovevo prendere accordi con il rappresentante degli allenatori della Basilicata per un premio che hanno deciso di attribuire a mio padre».È del tutto evidente dunque che la presenza di Rocco alla conferenza stampa indetta da Bruno è stata casuale e a titolo personale. Il pensiero del vicepresidente è stato affidato a un comunicato stampa. «Più volte si è parlatao di un mio possibile interessamento per il Potenza, non v’è dubbio che il mio cuore è rossoblu e che amo non solo la squadra ma anche la città - si legge nella nota -. Ma come tutti sanno sono il vicepresidente e il secondo azionista della Triestina e pertanto non esistono nell’immediato le condizioni per un mio ingresso nel Potenza. Quest’operazione peraltro costituirebbe una violazione dei regolamenti federali e quindi sanzionabile con grave danno per entrambe le società». Una vicenda dunque che non ha nulla a che fare con la Triestina, come sottolinea il presidente Fantinel e, a modo suo, anche il vice. Ma l’iniziativa di Bruno, assolutamente legittima dal punto di vista personale, ha creato un equivoco che ha rischiato di incrinare l’immagine della Triestina nello stivale. Un’immagine che faticosamente i Fantinel hanno costruito negli ultimi anni dopo che la società ha vissuto parecchie tribolazioni. Ora è meglio voltare pagina e concentrarsi sul Gallipoli.