di Rocco Fortunatofonte:laroma24.itTornare in Nazionale dopo l’addio. Con la qualificazione dell’Italia alla Coppa del Mondo in Sud Africa è riesplosa la“questione Totti”. L’ultima partita in azzurro del numero dieci risale al 9 Luglio 2006, la vittoriosa finale contro la Francia al Mondiale tedesco. Un anno di pausa per decidere, poi la conferenza per annunciare il congedo. Adesso si profila un clamoroso ritorno di Totti. In questi giorni si sono detti possibilisti Ranieri e lo stesso giocatore, mentre rimbalzano le aperture dalla Federazione e da Lippi. Andiamo alla ricerca di qualche illustre precedente tra i fuoriclasse del passato, richiamati per le grandi occasioni ( Mondiali o Europei ).
Johan Cruyff. Come quello di Totti un ritiro già annunciato durante il Mondiale del 1974. A torneo in corso Cruyff comunica che quella inGermania (altro ricorso storico) sarebbe stata la sua ultima competizione con gli “Orange”. Dopo prestazioni sontuose della sua squadra, sconfitta solo in finale, l’abbandono. Ma il richiamo degli Europei due anni dopoè troppo forte, Cruyff partecipa trascinando l’Olanda al terzo posto. Il ritiro definitivo avviene nell’ottobre 1977 per litigi con la federazione ( sul compenso sulle sue partecipazioni ritenuto inadeguato) e per il rifiuto i prendere parte al Mondiale in Argentina ( segno di protesta contro la dittatura militare ).
Diego Armando Maradona. Un’altra separazione dopo una finale di Coppa del Mondo e un ritorno in vista della successiva edizione. Nel1990, prossimo ai trent’ anni Maradona lascia la nazionale e viene trascinato poco dopo nello scandalo doping. Il ritorno in patria e poi con l’ Albiceleste contro l'Australia per gli spareggi di qualificazione a Usa 1994. In America per “El pibe de oro” un inizio sfavillante con la rete allaGrecia all’esordio, poi il sogno si spezza a causa di un nuovo controllo antidoping che lo trova positivo all'efedrina, sostanza stimolante proibita. L’Argentina viene eliminata agli ottavi.
Franco Baresi. In una conferenza stampa, nel 1992, l’allora trentaduenne difensore del Milan dice basta alla maglia azzurra. Poi è una telefonata con il commissario tecnico Sacchi a decretare il ritorno suoi propri passi per giocare l’ultimo Mondiale della sua carriera. L’esperienza americana è un’avventura che si conclude con una finale amara persa ai rigori col Brasile, il penalty fallito dallo stesso Baresi e le lacrime. Nuovo distacco, poi ancora un ripensamento e la convocazione per gara di qualificazione Italia-Slovenia.Giuseppe Bergomi. Il caso di Bergomi è significativo per l’intervallo di tempo trascorso. Nel 1991 da colonna dell’Italia passa all’esclusione, visto male da Sacchi. Il capitolo Nazionale per lo Zio è chiuso. Passeranno sette lunghi anni e il ritorno si avrà solo per i Mondiali del1998, a trentaquattro primavere, titolare in mezzo alla difesa dopo l’infortunio di Nesta senza farlo rimpiangere. Agli Azzurri saranno fatali i calci di rigore ai quarti.
Pavel Nedved. In tempi più recenti, dopo gli Europei del 2004 è il Pallone d’oro ceco a lasciare i colori della suo Paese. A furor di popolo l’ex juventino viene richiamato per dare il necessario contributo negli spareggi di qualificazione per i Mondiali 2006. In Germania l’apporto del quasi trentaseienne Nedved serve a poco, la Repubblica Ceca non supera il girone iniziale, dove sono proprio Italia e Ghana a spuntarla.
Zinedine Zidane. L’esempio di Zizou (trentatrè anni) è il più evidente, ma la colonia francese ritiratasi dalla Nazionale dopo l’Europeo portoghese del 2004 e richiamata poco dopo si arricchisce anche dei nomi di Lilian Thuram e Claude Makelele. Un’ondata di ritorni che permette ai transalpini di raggiungere la finale, persa (nuovi ricorsi) con l’Italia di Totti. Mentre Thuram e Makelele proseguono con i Blues fino all’ultimo campionato d’Europa in Austra&Svizzera, per Zidane sappiamo tutti come è andata a finire. A conti fatti una decisione di tornare opportuna dal punto di vista tecnico ma rovinata dalla vergognosa uscita di scena, con testata, espulsione e scomparsa con la Coppa alle spalle.
E in tema di ritorni, in “materia allenatori” merita la menzione proprio quello di Lippi, forse l’unico commissario tecnico in grado di convincere Totti per un’ultima scommessa. Per bissare insieme, magari, il trionfo di quattro anni fa.