Di Pasquale Campanella
Fonte: tuttomantova.it
Intervistato prima del match con il Padova, il "santone" si rivela essere uno scrittore e antropologo uruguayano.
Riportiamo alcuni stralci dell'intervista rilasciata alla Gazzetta di Mantova da Julio Otuday - ovvero il misterioso antropologo sudamericano ingaggiato dal presidente Lori per dare un aiuto alla squadra in difficoltà.
Buongiorno, innanzitutto ci può dire il suo nome?«Mi chiamo Julio Otuday e ho 59 anni».Cosa fa nella vita?«Sono uno scrittore, appassionato di antropologia e del comportamento umano».Com'è arrivato all'Acm?«Sono un amico di Fabrizio Lori e della sua famiglia, nonché un tifoso di calcio».
Di quale club?«Del Boca Juniors, con cui ho lavorato tre anni. E ora del Mantova. Questo stadio sembra la 'Bombonera', qui bisogna vincere sempre».Cosa può fare lei per il Mantova?Posso dare una mano dal lato spirituale, emozionale. Nello sport, come nella vita, sono fondamentali la grinta, la voglia di arrivare, la 'fame'. Ognuno di noi ha dentro di sè grandi risorse, che possono aiutare ad andare oltre i nostri limiti apparenti. E' la storia che dice questo».In che senso?«Un esempio eclatante? Penso alla guerra del Vietnam, a come quel popolo è riuscito a vincere un nemico molto superiore».I risultati del Mantova dipendono da questo?«I risultati dipendono da giocatori e allenatore. In campo vanno loro e soltanto loro possono vincere o perdere. L'unico essere superiore è Dio, questo sia chiaro».Che effetto le fa sentirsi definire 'santone' dalla stampa nazionale?«Mi provoca un sorriso. Io mi ritengo un intellettuale e non capisco perché si sia creato tutta questa attenzione attorno a me. Pensate che ieri sono venuti dei giornalisti a bussare a casa mia a Roma. Incredibile».Capirà che tutto ciò non è molto consueto.«Io invece credo di sì. Il Brasile è la nazionale pentacampione del mondo e lì un 'santone', come lo chiamate voi, c'è sempre stato. Perché non se ne parla?»Torniamo a lei e al Mantova. Lori ha raccontato che lei è amico di Messi fin da quando lui era bambino.«Sono cose private, preferisco non fare nomi e che eventualmente siano gli altri a parlare di me».Che effetto le ha fatto il Mantova?«E' un buon gruppo, molto giovane e guidato da un ottimo allenatore. Hanno voglia di arrivare, faranno bene se uniranno le forze come undici operai, con umiltà e tenacia».Si è detto che lei toglie il malocchio, che parla di energie positive e negative. E' vero?«Io parlo delle energie delle emozioni, che sono importantissime. Tutti siamo aria, terra e fuoco: se manca il fuoco non si va lontano».
Buongiorno, innanzitutto ci può dire il suo nome?«Mi chiamo Julio Otuday e ho 59 anni».Cosa fa nella vita?«Sono uno scrittore, appassionato di antropologia e del comportamento umano».Com'è arrivato all'Acm?«Sono un amico di Fabrizio Lori e della sua famiglia, nonché un tifoso di calcio».
Di quale club?«Del Boca Juniors, con cui ho lavorato tre anni. E ora del Mantova. Questo stadio sembra la 'Bombonera', qui bisogna vincere sempre».Cosa può fare lei per il Mantova?Posso dare una mano dal lato spirituale, emozionale. Nello sport, come nella vita, sono fondamentali la grinta, la voglia di arrivare, la 'fame'. Ognuno di noi ha dentro di sè grandi risorse, che possono aiutare ad andare oltre i nostri limiti apparenti. E' la storia che dice questo».In che senso?«Un esempio eclatante? Penso alla guerra del Vietnam, a come quel popolo è riuscito a vincere un nemico molto superiore».I risultati del Mantova dipendono da questo?«I risultati dipendono da giocatori e allenatore. In campo vanno loro e soltanto loro possono vincere o perdere. L'unico essere superiore è Dio, questo sia chiaro».Che effetto le fa sentirsi definire 'santone' dalla stampa nazionale?«Mi provoca un sorriso. Io mi ritengo un intellettuale e non capisco perché si sia creato tutta questa attenzione attorno a me. Pensate che ieri sono venuti dei giornalisti a bussare a casa mia a Roma. Incredibile».Capirà che tutto ciò non è molto consueto.«Io invece credo di sì. Il Brasile è la nazionale pentacampione del mondo e lì un 'santone', come lo chiamate voi, c'è sempre stato. Perché non se ne parla?»Torniamo a lei e al Mantova. Lori ha raccontato che lei è amico di Messi fin da quando lui era bambino.«Sono cose private, preferisco non fare nomi e che eventualmente siano gli altri a parlare di me».Che effetto le ha fatto il Mantova?«E' un buon gruppo, molto giovane e guidato da un ottimo allenatore. Hanno voglia di arrivare, faranno bene se uniranno le forze come undici operai, con umiltà e tenacia».Si è detto che lei toglie il malocchio, che parla di energie positive e negative. E' vero?«Io parlo delle energie delle emozioni, che sono importantissime. Tutti siamo aria, terra e fuoco: se manca il fuoco non si va lontano».