di Dario Rosella
Fonte: tuttosport.com
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Non è mai un bellissimo segnale quando si arriva in ottobre alla prima partita da dentro-o-fuori, una di quelle che, per usare le parole dello stesso Ciro Ferrara, si possono «solo vincere». Non è bello perché significa che nelle precedenti gare non si è raccolto abbastanza per affrontare la partita in questione con la legittima tranquillità di cui dovrebbe godere una squadra come la Juventus. Dopodiché, in casa Juve, non è il momento di fare i sofisti, ma - appunto - di vincere. E di trarre i vantaggi che una situazione del genere, in fondo, offre. In notti di fuoco come questa, in cui si deve vincere a ogni costo (anche solo un pari renderebbe la qualificazione agli ottavi di Champions un’impresa) possono sbocciare i grandi gruppi. Stasera la Juventus o rinasce come squadra o rischia di squagliarsi singolarmente, giocatore per giocatore. Alla fine, se riuscirà nell’obiettivo, potrebbe non essere solo una vittoria contro il Maccabi, ma l’inizio di una nuova serie vincente. E non è casuale che la partita contro gli israeliani sia anche l’occasione in cui due giocatori potenzialmente fondamentali come Felipe Melo e Diego devono dimostrare il loro valore per cominciare a essere i trascinatori di questa Juventus. Anche perché chi pensa che la stagione sia finita (o quasi) sabato scorso con il pareggio bianconero con la Fiorentina e il dilagante successo dell’Inter contro il Genoa, forse da ieri sera dovrà rivedere i pronostici. All’esame europeo lo squadrone di Mourinho ha faticato a San Siro contro la Dynamo Kiev e la Fiorentina ha stravinto a Budapest con il Debrecen (altro bel successo dopo quello sul Liverpool). Traduzione 1: forse che l’Inter non è quella corazzata che si pensa? Traduzione 2: forse che pareggiare con la Fiorentina di adesso non è proprio un pessimo risultato?