Ottimo match del Marchetti "nazionale"

Posted by Pubblicato da Davide Pampanin On 15:59

di Davide Pampanin
tratto dal corriere del veneto.it ed 15/10/09



CASSOLA (Vicenza) — Le luci so­no spente, le finestre abbassate, il campanello suona a vuoto, il telefo­no pure. In via Giovanni XXIII non ci sono tracce di Graziella Marchet­ti: «È andata a Parma a vedere Fede­rico, vuole che si perdesse un ap­puntamento del genere?». Un vici­no di casa ci apostrofa scherzosa­mente dalla finestra e in effetti sa­rebbe stato difficile che accadesse il contrario. Mamma Graziella è al «Tardini» per il debutto da titolare nella Na­zionale di Marcello Lippi del fi­glio prediletto Federico Mar­chetti, vicentino di Cassola, a due passi da Bassano, portie­re del Cagliari e vice di un mo­stro sacro come Gianluigi Buffon in azzurro. Mamma è al «Tardi­ni » assieme agli al­tri due figli, Stefa­no e Anna e ad altri amici, quelli più stret­ti che hanno fatto l’impossibi­le per trovare un bi­glietto. Di papà Se­verino, invece, nessuno parla vo­lentieri. Questioni familiari, questio­ni personali e pri­vate che, in un gior­no di festa, non possono turbare la felicità di un paese che si stringe at­torno a Federico.
Un giorno come questo, del resto, a Cassola difficilmente si dimentica. Federico Marchetti, per tutti, è «Fede», quel ragazzo cresciuto a pa­ne, salame e Azione Cattolica e arri­vato addirittura a difendere la por­ta della Nazionale contro Cipro. Al centro parrocchiale «L’alveare» si sono ritrovati in molti per vedere Italia-Cipro. E quando suona l’inno e si vede il primo piano di un ragaz­zo un po’ speciale è impossibile trat­tenere l’emozione e qualche lacri­ma. «Ogni tanto ci pensiamo — scherza il signor Giulio — magari Buffon si fa male e 'Fede' diventa titolare. Sarebbe incredibile, lo ve­devo qui quando era ragazzino e prendeva il pullmino per andare ad allenarsi... ». Neanche il tempo di sedersi, però, che Cipro segna e Marchetti prende gol. «Ma non è colpa sua — lo giustifica Alessan­dra, che serve veloce clienti, cono­scenti e amici al bancone del bar— non poteva farci nulla».
Stesso di­sco all’incredibile raddoppio ciprio­ta, che pare mandare di traverso la piadina, la «frusta» bassanese e la Coca-cola ai suoi amici. «È incolpe­vole — attacca Ronny — guardi che razza di difensore è quello del Genoa (Bocchetti, Ndr), ma si può?». Federico lo conoscono proprio tutti. Don Emanuele, il parroco del paese, è seduto davanti alla tv di ca­sa e sorride. «Il risultato non conta, quello che importa è che Federico abbia raggiunto un traguardo così importante — racconta il sacerdote — Se lo merita perché è un ragazzo umile, che vive e che si nutre delle sue radici. Non ha mai smarrito la sensibilità e la bontà che lo contrad­distinguono. Lo aspettiamo a Casso­la il 7 dicembre, quando inaugure­remo i nuovi impianti sportivi del­la nostra parrocchia». Lara è una delle amiche più stret­te di Federico. «L’ho sentito anche poco prima della partita, è stata un’emozione incredibile vederlo in­quadrato al momento dell’inno. Ha superato tante difficoltà, è arrivato così in alto esclusivamente per me­rito suo e per sua tenacia».
Il ricor­do più bello è quello di Johnny Bor­dignon, che lo ha accompagnato co­me animatore ai primi camposcuo­la. «Nel corso degli anni ci siamo un po’ persi — racconta — ma Fe­de è sempre stato un ragazzo one­sto e sincero, fin da quando faceva le prime cose per l’Azione Cattolica. Ne ha fatta di strada... ». Nessuno bada più di tanto al ri­sultato, neppure quando segna Gi­lardino, che si scatena evitando la figuraccia all’Italia già con la testa al Mondiale. Gli umori cambiano. Troppa la felicità per le tredicimila anime di Cassola che finiscono im­provvisamente sotto le luci dei ri­flettori per la bravura di un compae­sano un po’ speciale tinto d’azzur­ro. Che avrà pure preso due gol e che magari sognava un debutto con la porta blindata, ma che resta sempre uno di loro. Anzi, «uno di noi».