IL PALERMO VERSO IL MATCH CON L'INTER


DI DAVIDE PAMPANIN

Ai microfoni di Radio Anch'Io il presidente del Palermo, Maurizio Zamparini, si dice soddisfatto delle ultime prestazioni della sua squadra, ma invita tutti a mantenere i piedi per terra: "Siamo solo all'inizio, abbiamo avuto buone prestazioni, ma nelle ultime partite abbiamo avuto anche degli episodi favorevoli che ci hanno favorito quindi dobbiamo restare con i piedi per terra. Ora siamo quarti e puntiamo a un posto in Champions, ma per giocare in Europa ci vuole la mentalità adatta e non bastano i soldi e gli investimenti, quindi facciamo un passo alla volta". Nel prossimo infrasettimanale la squadra rosanero farà visita alla capolista Inter, ma Zamparini è chiaro: "L'Inter è forte, ma troverà un avversario tosto che venderà cara la pelle. Noi puntiamo al quarto posto per la Champions e siamo nel novero di quelle squadra che si possono giocare dal quarto al decimo posto". Un ultimo pensiero va al suo allenatore, Walter Zenga, con cui ha sempre detto di avere un ottimo rapporto, anche se il patron rosanero non si risparmia una battuta: "Io mi riprometto di fare tre campionati con un allenatore, ma un conto è quello che mi riprometto, un conto è poi è esserne capaci".

PAGELLE CAGLIARI-GENOA


DI DAVIDE PAMPANIN

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Marchetti 6 Sostanzialmente mai impegnato, viene beffato da due suoi compagni. Sulla punizione di Mesto, la beffarda deviazione di Dessena lo spiazza, costringendolo a raccogliere il pallone in fondo alla rete. Esente da colpe il portiere della Nazionale anche in occasione del raddoppio genoano: la frittata la fa Lopez, l'estremo difensore - coperto - nulla può sul piattone di Floccari.

Canini 7 Schierato nell'inedito ruolo di terzino destro per l'improvvisa assenza di Marzorati, l'ex atalantino non demerita. Nel primo tempo fa fatica a contenere Palladino, ma presidia con autorità la propria fascia di competenza. Nella ripresa, con il Cagliari all'assalto del fortino ligure, si proietta con convinzione in avanti, fornendo un utile supporto al centrocampo nelle fasi cruciali del match. Stoico fino all'ultimo, conclude la propria partita finendo a sportellate con Sculli. Da applausi.

Lopez 4,5 Troppo grave l'errore che rischia di vanificare la rincorsa del Cagliari. Uno svarione non degno di un giocatore che ha alle spalle oltre 400 presenze tra i professionisti: il peso dell'età inizia a farsi sentire, urge trovare il coraggio di fare un passo indietro. Allo stato attuale, Canini e Astori forniscono garanzie decisamente maggiori.

Astori 6 Qualche imprecisione di troppo in una partita comunque sufficiente. Soffre la mancanza di un riferimento offensivo stabile negli avversari, con Floccari che spesso finiva con l'arretrare per favorire l'inserimento dei centrocampisti.

Agostini 6,5 Gara dai due volti. Poco preciso e confusionario in fase offensiva, diventa prezioso nelle concitate battute finali, quando i rossoblù si lanciano generosamente in avanti. Da una sua progressione nasce il rigore poi trasformato da Nenè.

Dessena 5,5 Sfortunato nell'occasione del primo gol genoano, non riesce a fornire un contributo convincente, finendo quasi fagocitato nelle maglie del centrocampo ligure. Meglio in avvio di ripresa, quando pressa con maggior convinzione e si propone con concretezza in area di rigore: coglie un clamoroso palo, col pallone che poi finisce tra i piedi di Biondini per l'1-1.
(dal 65' Lazzari 6,5 La zampata del potenziale campione. Segue Matri, s'inserisce e si dota di una freddezza finlandese per battere Amelia e regalare i tre punti al Cagliari)

Conti 5,5 Ancora lontano dagli standard di rendimento ai quali ha abituato i tifosi rossoblù, coglie una clamorosa traversa alla mezz'ora del primo tempo. Nella ripresa, tanto lavoro oscuro ma un apporto poco consistente alla manovra offensiva.

Biondini 6,5 Riappropriatosi con orgoglio della maglia da titolare, offre una prestazione tutta sostanza, non negandosi qualche ragionata sortita dalle parti di Amelia. Con la voracità del rapace regala l'1-1 alla sua squadra, zittendo con rabbia i fischi piovuti dal settore distinti.

Cossu 7,5 Simply the best. Per il cuore, la voglia, l'impronta che dà a questo Cagliari. Lo trovi ovunque, pure marcato in maniera asfissiante dai centrocampisti della formazione di Gasperini, che gli riserva un trattamento tutto speciale. Nella ripresa, emergono schiumanti la rabbia e l'orgoglio: giocate sempre illuminanti, con tocchi deliziosi e dribbling di gran classe. E il marchio tattico della casa, quello svariare costantemente lungo tutto il fronte offensivo. Manca giusto il gol, cercato in due occasioni senza fortuna; esce stremato, al 90'. Chapeu.
(dal 90' Barone s.v.)

Jeda 6 Tanto fumo, poco arrosto e molte botte. I difensori liguri non risparmiano qualche generosa randellata all'attaccante brasiliano, che è più a contatto con il terreno del Sant'Elia con le terga che con i piedi. La classe, quella, c'è sempre: le sue ripartenze in velocità sono da manuale del calcio, per citare un altro ex goleador carioca. Esce, provato, per lasciare spazio a Matri.
(dal 69' Matri 6,5 Semplicemente perfetto nel calarsi nel match. Si allarga a sinistra, mette in difficoltà Papastathopoulos e Biava e serve il pallone decisivo a Lazzari. Un pieno di morale in vista della gara dell'Olimpico).

Nenè 6,5 Fatica nel primo tempo, sovrastato dai centrali del Genoa. Cresce nella ripresa, contendendo con caparbietà ogni pallone alto ai dirimpettai rossoblù: si presenta con encomiabile coraggio sul dischetto, trasformando chirurgicamente il rigore concesso da Gava.

Allegri 6,5
Diamogliene atto: a Catania lo criticammo per i cambi, che oggi ha azzeccato in pieno. Le manovre correttive apportate nella ripresa sono state decisive ai fini del risultato: coraggiosissimo nell'inserire Matri al posto di Jeda, lasciando in campo per tutti i 90 minuti Nenè.

Arbitro 5,5 Gava sbaglia soprattutto nella distribuzione dei cartellini: Rossi, Moretti e Papastathopoulos - già ammoniti - sono stati più volti risparmiati dal secondo provvedimento disciplinare. Il rigore appare netto, complessivamente le decisioni più importanti sono assunte in maniera corretta.

GENOA Amelia 5,5; Papastathopoulos 5, Moretti 5, Biava 6, Bocchetti 6,5; Rossi 5, Milanetto 5, Juric s.v. (30' p.t. Zapater 6); Palladino 6,5 (36' s.t. Esposito s.v.), Floccari 6,5 (18' s.t. Sculli 5), Mesto 5,5. In panchina: Russo, Modesto, Palacio, Crespo. All: Gasperini 5,5.

La Nuova Sardegna - Allegri esalta la squadra: "Vittoria di carattere"


DI DAVIDE PAMPANIN


Duecento candeline da professionista con tre punti in doppia rimonta come regalo. Massimiliano Allegri festeggia in bellezza. Il “suo” Cagliari ritrova carattere e cuore per rimettere in sesto una partita che il Genoa si era ritrovata spianata da un deviazione involontaria di Dessena. Il tecnico del Cagliari parte da qui, dal primo episodio negativo: «Anche stavolta ci hanno punito dopo un mezzo tiro in porta. Però, sono contento per la reazione dei ragazzi. Siamo rimasti tranquilli, abbiamo ragionato e non ci siamo buttati giù. Questa vittoria l’abbiamo conquistata sul campo».
Pazienza se in sala stampa Gasperini sbraita contro Gava e i suoi collaboratori: «No comment» taglia corto Allegri. Ma i tifosi non scordano che l’anno scorso il Cagliari subì un’ingiusta espulsione di Cossu e giocò, e perse, in 10 per oltre un’ora. Di fatto, un motivo in più per gioire. «Mi è piaciuta la compattezza, abbiamo mostrato maturità ed è arrivata l’intensità che ci ha sempre contraddistinto. E’ stato una sorta di test da superare».
In breve, la prima vittoria casalinga stagionale, è una sorta di ricompensa per un gruppo che si è mostrato solido al momento giusto. «Proprio alla vigilia di questa partita abbiamo parlato con i ragazzi dell’avvio disastroso dell’anno scorso. Poi, abbiamo messo su un filotto positivo fino alla trentaduesima. Ma quella è stata una bella favola che si è chiusa il 31 maggio. Quest’anno ci sono sei nuovi giocatori, è tutto diverso e più complicato, basta vedere il Livorno che è andato a vincere all’Olimpico con la Roma. Per mantenere la categoria - spiega Allegri - si deve lottare sempre, e sarà molto più difficile anche perché la quota salvezza sarà intorno ai 40 punti. Dovremo abituarci a soffrire e i ragazzi vanno aiutati sempre».
Sulla partita, poche storie. L’allenatore livornese la prende larga. E parte dalla reazione decisa e ordinata di Conti e soci. «Mi è piaciuto il modo di ripartire nonostante lo svantaggio. Sul saper riprendere il filo del gioco in qualsiasi situazione di sofferenza, abbiamo lavorato in settimana. E la risposta è arrivata come volevamo. Ci è andata bene e sonso più che soddisfatto». In sintesi, una vittoria costruita nei dettagli: «Ero fiducioso, nel primo tempo abbiamo fatto bene e ho pensato che avremmo trovato il vantaggio prima dell’intervallo. Poi, il Genoa ha difeso con dieci uomini dietro la palla nella propria metà campo. Ma alla fine la nostra forza è stata premiata».
Inevitabile il richiamo ai cambi, argomento “caldo” fin dal dopo Catania. «Jeda è uno di quelli che ha giocato di più, ed era un po’ stanco. Ho lasciato Nené per tenere un riferimento alto al centro dell’area. Dessena era un po’ in difficoltà e con Matri, visto che loro avevano tre giocatori ammoniti, ho cercato la forza e la velocità. Forse, per una volta sono stato anche un po’ fortunato». Fortuna e audacia. Con una voglia di essere spregiudicati, propositivi. Allegri annuisce. E tira dritto: «Ripeto, vorrei che anche i tifosi capissero che i ragazzi non hanno mai fatto mancare l’impegno. Talvolta si sbaglia, ma l’errore tecnico fa parte delle cose. Invece, quel che noi dobbiamo capire, tutti assieme, è quanto sia complessa la corsa per stare in serie A. Ma stavolta - ha concluso Allegri - la squadra va applaudita».

MR CAPELLO INCAZZATO CONTRO LO SPAGHETTI SOCCER

DI DAVIDE PAMPANIN
WWW.GOAL.COM 26/10/09

Duro botta e risposta tra il c.t. della nazionale ingleseFabio Capello e le massime istituzioni del calcio italiano,Abete e Petrucci, sul tema della civiltà negli stadi.

Capello non le manda a dire e spara a zero sul calcio italiano, confrontandolo con quello spagnolo e allaPremier League: "In Italia purtroppo comandano gli ultrà. Fanno quello che vogliono, sono liberi di insultare tutto e tutti. In Spagna è molto diverso: le famiglie vanno allo stadio, c'è grande rispetto dell'avversario. Una volta, quand'ero a Madrid, un tifoso mi tirò una pallina di carta: fu subito allontanato dallo stadio. In Spagna gli stadi sono di proprietà e quindi si possono strutturare a discrezione della società. In Inghilterra- prosegue Capello- gli stadi sono sempre pieni. C'è voglia di andare allo stadio perchè non succede mai niente di grave e gli steward svolgono alla perfezione il loro compito". La chiosa dell'ex tecnico di Milan eJuventus è pungente: "Mi dispiace moltissimo per quello che sta accadendo in Italia. Il declino si farà sempre più netto se non verrà applicata la legge. Bisogna che le istituzioni e i club prendano una decisione affinchè la gente torni allo stadio: un luogo più sicuro e più accogliente."

Ma la replica alle dure parole di
Capello da parte di Abete e Petrucci non si è fatta attendere: "Non è vero che in Italia comandano gli ultrà. Spesso si trasferisce un'immagine distorta del nostro tifo, confondendo il comportamento di pochi con quelli di molti. I risultati -ha detto il presidente della Figc- ci mostrano che gli episodi violenti sono in calo, e la tessera del tifoso in questo senso è una grande opportunità per le società stesse. Chi ha problemi con la giustizia non è d'accordo? Pazienza". Ancor più netta la risposta del numero uno del Coni, Gianni Petrucci, evidentemente seccato dalle dichiarazioni di Capello: "Non è vero che gli ultrà fanno quel che vogliono. Capelloha allenato in Italia e io sono un suo amico, ma non mi va che quando si è all'estero ci si esprima negativamente sul proprio paese. Queste parole non mi fanno felice e lasciano il tempo che trovano, e' facile parlare dal di fuori."

Lo Monaco: "Blocco mentale a Milano"



Di:Sebastiano Battiato
Fonte:tuttocalciocatania.com

L'ad del Catania Pietro Lo Monaco è deluso soprattutto dall'atteggiamento mentale della squadra rossazzurra a San Siro, non criticando mister Atzori per le scelte fatte, e guarda già alla fondamentale sfida casalinga col Chievo: "A Milano è sceso in campo un Catania frenato nella testa, ma non per colpa della formazione e di qualche assenza - dice Lo Monaco -. Eravamo poco convinti di potercela giocare in casa dei campioni d’Italia, arrendendoci ancor prima di perdere la partita. I ragazzi li ho visti quasi rassegnati a prenderlo prima o poi il gol. Nella ripresa la reazione c'è stata ma non perchè sono scesi in campo Ledesma e Mascara. Ci siamo molto semplicemente sbloccati sotto un profilo mentale. E poi non direi che nel primo tempo Atzori abbia schierato una formazione scadente. Izco e Llama, ad esempio, hanno fatto vedere buone cose nelle precedenti partite, a centrocampo figuravano due ottimi mediani, Delvecchio, la difesa per così dire titolare. Inoltre non va dimenticato che il Catania ha altri due impegni questa settimana, rispettivamente contro Chievo e Fiorentina. Atzori avrà fatto le sue valutazioni anche sulla base di questo. La nota più lieta della serata del 'Meazza' è il ritorno in campo di Pablo Ledesma. Il match col Chievo? Scontro diretto, andrà sfruttato il fattore 'Massimino'. Fondamentale l'apporto dei nostri tifosi, la squadra è chiamata a giocare da Catania per avere ragione dei veneti. Oggi saremmo salvi ma il cammino è ancora molto lungo e pieno d'insidie. Possiamo superare gli ostacoli e stare lontani dai guai, ne sono convinto. Questo Catania non deluderà le attese".

CALCIO: CAPELLO; LO MONACO: A CATANIA COMANDA LA SOCIETA'



Di:Sebastiano Battiato
Fonte:la rebubblica
Pietro Lo Monaco, amministratore delegato del Catania, replica alle dichiarazioni dell'allenatore della nazionale inglese, Fabio Capello. "Società comandate dagli ultrà? A Catania sicuramente non è così. Noi abbiamo dei nostri progetti e li portiamo avanti proseguendo per la nostra strada - spiega il dirigente degli etnei -. Rispettiamo i nostri tifosi ma non ci facciamo influenzare. Le scelte le adotta l'azienda senza interferenze esterne".